La Bretagna

Posizione geografica e denominazione

Situata nel nord-ovest della Francia, forma un vasto promontorio verso la Manica e l’Oceano Atlantico. Viene chiamata Bretagne in francese, e Breizh (denominazione abbreviata in BZH), in bretone. Il nome Bretagna deriva da quello del popolo bretone, che vi si installò fuggendo dalla nativa Britannia: difatti, Britannia e Bretagna sono sinonimi. Per la precisione, codesta parola trae origine proprio dal termine gaelico "Prydyn" (ovvero l’insieme dei popoli di Albione).
La regione si estende su una superficie di 27208 km2, e possiede 1200 km di coste. È divisa in quattro dipartimenti: Côtes-d’Armor (in bretone Aodoù-an-Arvor, espresso con il numero 22), con capoluogo Saint-Brieuc (S. Brieg); Ille-et-Vilaine (Ill ha Gwilen, 35), con capoluogo Rennes (Roazhon, che è anche capoluogo di regione); Morbihan (Mor-bihan, 56), con capoluogo Vannes, e Finistère (Penn-ar-Bed, 29), con capoluogo Quimper (Kemper). Sono inclusi in essa 15 arrondissement, 201 cantoni e 1270 comuni, per un totale di circa 3,2 milioni di abitanti.
Oltre a quelle già enunciate, altre celebri città sono Brest e Lorient (An Orient).
Nantes (Naoned) e Saint-Nazare (S. Nazer), originariamente bretoni, fanno adesso parte della Loira.

Le Lingue

La lingua ufficiale è il francese, mentre vi sono due lingue locali: il bretone (apparentato al gallese e al cornico) nella Bretagna Inferiore (“Basse Bretagne” o Breizh Izel), ed il gallo (una lingua neolatina del gruppo d’oïl), nella Bretagna Superiore (Haute-Bretagne o Breizh Uhel).
Fino al termine del XIX secolo, gran parte della popolazione parlava bretone. Il governo centrale, però, intenzionato a far diventare la lingua francese l’unica valida per tutti gli abitanti, soppresse tutte le lingue minoritarie, vietandole nelle scuole; tale sorte toccò pure al bretone, dal 1925. Nonostante tutto, i bretoni sono sempre stati fieri delle loro lingue e, in realtà, non le hanno mai abbandonate, specialmente nel contesto privato. Dagli Anni Settanta, si sono gradualmente sviluppate alcune scuole, con lo specifico intento di far rifiorire tale idioma, e, nel 1977, fortunatamente, esso fu reinserito fra le possibili materie di studio. Oggi, in alcune zone, è insegnato già alla scuola materna, e si può inoltre trovare la segnaletica stradale bilingue.

Quadro Storico ed Economico

I primi insediamenti risalgono al Paleolitico (700.000 anni fa) da parte di tribù di cacciatori e raccoglitori. Nei millenni successivi, si svilupparono l’agricoltura, l’allevamento, l’arte della ceramica e della pietra lavorata. Già nel V millennio a.C., furono edificati i primi monumenti megalitici: tumuli, menhir, cairn e dolmen (aventi funzioni funebri e cultuali). Essi costituiscono la prima architettura monumentale europea: questa regione ne detiene il maggior numero, sia a livello nazionale, che, probabilmente, continentale.
In seguito, il territorio fu abitato da varie tribù di Celti bretoni, costituite in una federazione, che individuarono nella penisola (la cosiddetta Armorica) la marina (che chiamarono armor) e le zone boschive dell’entroterra (argoat). La tribù egemone dal punto di vista economico era quella dei Veneti (che prendono il nome dall’attuale città di Vannes), i quali furono però sconfitti dalla flotta creata Cesare nel 56 a.C., con l’aiuto dei Namneti e dei Pitti. Il territorio rimase sotto il dominio romano fino al V secolo d.C., per poi dividersi in tre regni indipendenti, che furono in seguito riuniti, dando vita al regno unificato di Bretagna, vinto però dai Normanni nel 913.
Si succedettero, quindi, varie dinastie ducali, fino a giungere alla guerra di successione bretone, conclusasi nel 1364, con l’avvento dei Montfort, i quali rimasero al potere fino al 1514.
La Bretagna, annessa alla Francia nel 1532 con il celebre Editto di Nantes, conobbe uno sviluppo economico imponente, essendo divenuta la prima produttrice mondiale di tele di lino e canapa (quest’ultima, materia fondamentale per le vele).
Tuttavia, le guerre militari di Luigi XIV contro l’Inghilterra e l’Olanda fecero perdere ai produttori bretoni i loro mercati più importanti. La crisi economica, le aggressioni militari, la volontà di sottomettere la Bretagna al sistema amministrativo vigente nelle altre province francesi, e l’elevata pressione fiscale, provocarono, nel 1675, una grande rivolta, duramente repressa dai francesi, le cui ripercussioni si fecero sentire per secoli, annichilendo il territorio.
Nel 1789, con la Rivoluzione Francese, scomparve il nome Bretagna. Dall’anno seguente, la regione sarà divisa in 5 dipartimenti, cioè i quattro attuali con l’aggiunta della Loire Inférieure (successivamente Loire Atlantique, in bretone Liger Atlantel); dipartimento, quest’ultimo, che sarà separato dalla Bretagna amministrativa, per essere annesso ai Paesi della Loira, dal 1956 (ciò fu fatto senza il consenso della popolazione, suscitando forti contestazioni).
La Bretagna aveva propri rappresentanti solo nell’Assemblea Nazionale, ed era amministrata da prefetti nominati dal governo francese. La regione visse così un ulteriore declino (iniziato con la perdita dei traffici commerciali e facilitato dalla scarsità ed arretratezza delle infrastrutture), che si mutò in miseria e permase fino agli Anni Sessanta e Settanta del XX secolo, costringendo molti abitanti ad emigrare nel resto della Francia, ma anche nel continente americano.
Dagli Anni ’70, però, la Bretagna ha conosciuto una rinascita economica, ed è oggi diventata la prima regione francese nel campo agricolo, della pesca, e nella costruzione di navi militari e civili.
Si è messa in luce anche come regione industriale (nel settore automobilistico), commerciale (con importanti catene di grande distribuzione) e turistica.

Monumenti Storici e Paesaggi

La Bretagna è la regione francese con il maggior numero di monumenti storici protetti dallo Stato. Oltre ai già citati megaliti, qui vi sono più di 400 fra castelli, fortezze, manieri e residenze d’epoca. Nutrito è anche l’insieme di edifici religiosi, i quali testimoniano la forte devozione cristiana e mariana che qui si è sempre respirata. Molto interessanti sono pure i cosiddetti “vilages de caractère”, suggestivi e pittoreschi paeselli. Merita una segnalazione, infine, il Golfo del Morbihan (parco naturale regionale), una bellissima baia punteggiata di 40 piccole isole (ricche di fauna marina e abitate da minuscole comunità di pescatori agricoltori e artisti).

Gli Emblemi

La Bretagna è solitamente identificata da alcuni simboli: vediamo quali sono.

 

Lo scudo di armellino

Scudo araldico della Bretagna ducale, è situato nel castello di Saint-Malo e fu scelto dal duca Giovanni III nel 1316 per sostituire il vecchio scudo della dinastia di Dreux.

 

La nuova bandiera bretone: Gwen ha Du (“Bianco e Nero”)

Simbolo principale dell’orgoglio locale, fu creata nel 1923 da Morvan Marchal. È composta da 9 strisce: le 5 strisce nere indicano i 5 antichi Vescovadi dell’Alta Bretagna (ovvero Dol, Nantes, Rennes, Saint-Brieuc e Saint-Malo); invece, le 4 strisce bianche simboleggiano i Vescovadi della Bassa Bretagna (Cornouaille, Léon, Trégor e Vannes). In alto a sinistra, si trova un riquadro con code d’ermellino nere su fondo bianco, per evocare l’antico ducato.

 

L’ermellino

Tale simbolo, utilizzato nella bandiera bretone, negli stemmi delle città, in insegne e prodotti, identifica il potere e la purezza, in altre parole … la fierezza culturale e locale. Infatti, il motto dei bretoni è “Kentoc'h mervel evet bezañ saotret” (“Meglio la morte che la macchia”).
L’emblema fu adottato, in Bretagna, dalla famiglia ducale dei Montfort. La leggenda narra che il duca bretone iniziò ad opporsi ed a fermare le incursioni vichinghe dopo aver visto un ermellino inseguito da una volpe girarsi improvvisamente ed attaccare l’animale più grande di lui.

 

Il Triskell

Si tratta di un elemento decorativo, molto diffuso, che si presenta come una croce girevole a tre braccia o spirali, le quali probabilmente evocano lo scorrere delle stagioni. Oggi lo si ritrova nelle vetrate di alcune chiese, ma anche su braccialetti, gioielli, magliette e persino come tatuaggio.

Gli Eventi Culturali: Abbigliamento, Danza e Musica

I molteplici eventi culturali che ogni anni si svolgono in Bretagna ravvivano e fanno conoscere all’esterno la forte identità autoctona e rappresentano un connubio vincente fra tradizione e modernità.
Fra essi, citiamo il celebre “Festival des Filets Bleus” di Concarneau (in bretone, Konk Kerne), che si tiene solitamente nella seconda metà di agosto: per una settimana si susseguono sfilate di costumi tipici locali, concerti, musiche e danze tradizionali bretoni e celtiche. All’evento partecipano bambini, giovani ed adulti, abbigliati con i tipici costumi. Risaltano, sicuramente, i bigoudins (vistosissime cuffie in pizzo), indossati dalle ragazze e donne bretoni: possono essere alti fino a 30 cm e sono sostenuti da tubi di cartone o semplicemente inamidati.
Altro evento famoso è il “Festival interceltico” di Lorient: dal 1971, ogni mese d'agosto, oltre 700.000 amanti della musica celtica animano la cittadina, partecipando alla grande parata e assaporando la magica notte dello stadio Moustoir e del porto. Circa 200 spettacoli e 5.000 artisti realizzano uno spettacolo grandioso, apprezzato tanto da autoctoni, con il kilt di circostanza, che da turisti di passaggio. L'atmosfera è riscaldata dai pibroch (musica per cornamusa) e dal suono dei biniou e delle gaite.